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Zoppè di Cadore
Zoppè di Cadore, che giace alle pendici del monte Pelmo, è il comune più piccolo della provincia di Belluno, oltre ad essere il meno popolato e il più elevato, con la sede comunale nella frazione di Bortolot a 1.461 metri s.l.m. Il comune è anche proprietario di una malga con i pascoli annessi, la Grava, presso Pecol di Zoldo Alto.
Il paese di Zoppè di Cadore, raggiungibile solo attraverso una strada che parte da Forno di Zoldo, fu fondato dagli abitanti di Venas di Cadore che si rifugiarono presso il Colle di Fies, per salvarsi dall'invasione unna del V secolo.
Nonostante Zoppè da un punto di vista territoriale appartenga alla val di Zoldo, ha sempre fatto parte, tradizionalmente e storicamente, del Cadore. Gli scambi commerciali, un tempo, avvenivano soprattutto con quest'ultima zona, attraverso il passo Cibiana e il valico Candolada che collegava a Vodo di Cadore.
In questa località potrete visitare la chiesa parrocchiale di Sant'Anna, edificata nel 1530 e rinnovata nel 1732. Nel 1896, a causa di un incendio che distrusse molte abitazioni di Bortolot, fu danneggiata anche la chiesa, ricostruita nella prima metà del XX secolo. Al suo interno è conservata la pala di S. Anna, realizzata da Tiziano Vecellio o dalla sua bottega, e che in numerose occasioni fu difesa dagli abitanti del paese dalla confisca da parte di eserciti invasori.
San Tomaso Agordino
San Tomaso Agordino, ubicato tra la valle del Biois e la valle del Cordevole, è un comune sparso, contiguo alla catena montuosa del Sasso Bianco, costituito da venticinque paesi, tra i 776 metri s.l.m. e i 1450 metri s.l.m., la cui sede comunale è Celat.
Questo comune, circondato da boschi di abeti e bagnato dal torrente Cordevole, è una zona tranquilla, immersa in una natura incontaminata, ma che dista pochi km dalle mete più frequentate, come Alleghe e Falcade.
Nella frazione di Celat potrete ammirare la chiesa di S. Tomaso Apostolo, edificata nel 1361 e rinnovata nel 1748. La prima domenica di settembre si celebra l'inizio dei lavori per la realizzazione dell'edificio religioso, con la tradizionale sagra paesana.
Un'altra struttura molto importante per il comune di San Tomaso Agordino è il planetario, ospitato nel centro astronomico provinciale "Emigranti", a Celat, centro abitato privo di inquinamento luminoso.
Colle Santa Lucia
Colle Santa Lucia è un incantevole paese di montagna di tradizione ladina, ubicato su uno sperone roccioso, tra la val Fiorentina e la val Cordevole.
Nel centro storico di Villagrande, frazione di Colle Santa Lucia, potrete visitare l’Istituto Culturale Ladino, ospitato nella “casa Chizzali Bonfadini”.
Questa località, posta nel cuore delle leggendarie Dolomiti, è incastonata tra le montagne del Pelmo, del Civetta e della Marmolada, che oltre ad offrire un paesaggio suggestivo ed unico, offrono l’opportunità di svolgere numerose attività all’aria aperta, sia durante l’inverno che in estate.
Nella stagione fredda, Colle Santa Lucia dista pochi km dal passo Giau, stazione sciistica del Dolomiti Superski, dal quale è possibile accedere al giro sciistico della Grande Guerra e ai comprensori delle Cinque Torri e del passo Falzarego di Cortina d’Ampezzo.
Durante la bella stagione, in questa zona, potrete praticare numerose escursioni, sia a piedi sia con la mountain bike, percorrendo la Strada della Vena o l’antica via del ferro, lungo le quali sono ancora visibili i giacimenti minerari, attivi un tempo.
Selva di Cadore
Selva di Cadore è una stupenda località di montagna, inserita in un paesaggio idilliaco, ricca di eventi, manifestazioni e attrattive culturali, che propone ai villeggianti numerose attività all'aria aperta durante tutto l'anno.
Selva di Cadore è adagiata nella fiabesca val Fiorentina, una vallata che alterna boschi fitti e secolari a prati fioriti e profumati, attorniata e protetta dal monte Civetta, dal Pelmo, dal gruppo del Cernera e dalla Marmolada, con i suoi ghiacciai perenni.
Nel museo civico della val Fiorentina "Vittorino Cazzetta", con sede a Selva di Cadore, potrete ammirare il noto Uomo di Mondeval, mummia di 7.500 anni fa, rinvenuta con un ricco corredo funerario. Inoltre nel museo sono presenti la sezione geo-paleontologica, che conserva le impronte di tre diverse specie di dinosauri, e la sezione storica, dedicata agli usi, ai costumi e alle tradizioni della valle.
In questo paese di montagna, potrete divertirvi e addentrarvi nella vita dei locali, partecipando alle sagre paesane, come la sagra della Madonna del Carmine e quella di S.Osvaldo, e frequentando i mercatini artigianali con prodotti tipici.
Le vacanze estive a Selva di Cadore
Se trascorrerete le vostre vacanze estive a Selva di Cadore, potrete rilassarvi in questo incantevole paese della val Fiorentina. Il centro abitato, circondato da prati e boschi, è sovrastato dalla bellezza maestosa del Pelmo, del Civetta, della Marmolada e del gruppo del Cernera.
Durante le vostre vacanze estive a Selva di Cadore troverete percorsi con un livello di difficoltà facile, come il giro delle frazioni a Selva di Cadore e a Colle Santa Lucia. Se cercate qualche emozione forte e un livello di difficoltà difficile, potrete avventurarvi lungo i sentieri della Grande Guerra e lungo l'Alta Via n.1 oppure affrontare delle vie ferrate o delle arrampicate.
Qui di seguito alcuni suggerimenti ed informazioni:
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Vacanze invernali a Selva di Cadore
Se scegliete di passare le vostre vacanze invernali a Selva di Cadore, sarete accolti in una tra le località più belle della val Fiorentina, meta rinomata durante la stagione fredda. Questo paese, con Alleghe, Zoldo e Palafavera, fa parte del comprensorio sciistico del Civetta, compreso a sua volta nel carosello sciistico del Dolomiti Superski.
A Pescul, frazione di Selva di Cadore, troverete gli impianti di risalita, che vi porteranno sulle piste da sci della zona. A Santa Fosca, altra frazione del comune situata ai piedi del monte Pelmo, sono stati realizzati il campo scuola omonimo, la sciovia, un parco giochi con slitte e bob.
A Peronaz, sovrastata dal monte Pelmo, gli appassionati dello sci di fondo avranno a loro disposizione una delle piste di fondo più belle delle Dolomiti: quattro anelli di 3, 5, 7.5 e 10 km, adatti sia per principianti sia per esperti, si snodano tra prati e boschi, nella quiete della natura addormentata nel letargo invernale.
Nei pressi di Selva di Cadore potrete dedicarvi a rilassanti passeggiate con le ciaspe o al più avventuroso sci alpinismo.
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L'uomo di Mondeval, a Selva di Cadore
L'uomo di Mondeval fu rinvenuto nel 1987, a 2150 metri s.l.m., nell'omonima località. Vittorino Cazzetta scoprì lo scheletro di un cacciatore di circa 7500 anni fa, accompagnato da un ricco corredo funebre. La scoperta fu rilevante a livello mondiale. Attualmente i reperti sono conservati nel museo civico della val Fiorentina, intitolato all'esploratore, che oltre all'uomo del mesolitico, trovò anche tracce di dinosauro.
Il museo "Vittorino Cazzetta" a Selva di Cadore è suddiviso in tre sezioni:- la sala geo-paleontologica
In questa sala una proiezione olografica evidenzia sul calco preso dalla roccia dolomitica le orme di dinosauro;
- la sezione protostorica e storica
In questa sezione troverete reperti del tardoneolitico e dell'eneolitico del sito di Mandriz, testimonianze epigrafiche, pergamene di epoca medievale e un documento sulle miniere del Fursil e la via del Ferro;
- la sezione archeologica
Nella sezione archeologica è stato riprodotto il sito di Mondeval de Sora, dove sotto un masso inclinato fu trovata la sepoltura di un cacciatore preistorico, fulcro del museo.
La singolarità della scoperta risiede nella conservazione a quella quota del materiale organico, dello scheletro e dell'oggettistica ossea, poiché il fenomeno di dolomitizzazione avrebbe dovuto cancellare ogni traccia organica incorporandola e facendola sparire nella roccia.
L'uomo di Mondeval, che morì a 40 anni per causa ignota, era alto 1,65 cm e soffriva di artrosi. Il cacciatore praticava il nomadismo stagionale, frequentando d'estate i territori di caccia in alta quota, per poi scendere a valle durante l'inverno.
I familiari organizzarono per il defunto una cerimonia funebre, testimoniata dalle lunghe lame di selce gialla deposte sulle spalle e dal corredo presente sulla sinistra. Tra gli oggetti emerge un'arma da caccia, detta arpone, in corno di cervo e scolpita a denti alterni.
- la sala geo-paleontologica
Forno di Zoldo
Forno di Zoldo è il capoluogo della val Zoldana, un tempo noto, con il vicino paese di Zoldo Alto, come centro per la lavorazione del ferro e luogo in cui è stato creato il primo gelato. Oggi è una rinomata località turistica, che alletta numerosi villeggianti, sia durante la stagione invernale per la sua vicinanza allo Ski Civetta, sia nella stagione estiva per le arrampicate e le vie ferrate sulle cime circostanti.
Forno di Zoldo, attorniato dalle vette del Pelmo e del Civetta, si colloca nei pressi del torrente Maè e come gli altri paesi di questa zona, si caratterizza per la presenza dei tabià, antiche stalle o fienili.
Il nome del paese deriva dai numerosi forni, utilizzati per produrre chiodi, molto richiesti dalla Repubblica di Venezia per le barche e le travature dei moli. Nel paese, ospitato nel palazzo del Capitaniato, troverete il museo del chiodo che conserva documenti sulle fucine e sui forni fusori, e una raccolta di chiodi e attrezzi per la loro realizzazione.
A Forno di Zoldo potrete ammirare, nella chiesa di San Floriano, l’altare delle Anime, la prima opera documentata di Andrea Brustolon, in stile barocco, una sorta di “memento mori” che ricorda che la morte non risparmia nessuno. L’artista non terminò l’opera nei tempi prestabiliti di consegna e questo fatto è documentato dalla frase sul cartiglio in mano a uno dei due scheletri a lato dell’altare: ”La pazienza di Agostino Taset in ciel sarà premiata”.





